di Maria Grazia Pani
C’era una volta Luis Sepulveda, il navigatore coraggioso, che al buio di una lunga notte, ritto sulla prua della nave, cercava il faro irraggiungibile dell’utopia.
E’ così che immagino l’inizio di una favola scritta per tramandare la memoria di questo uomo straordinario.
Questa visione mi appare d’un tratto, mente rileggo Raccontare, Resistere conversazioni con Bruno Arpaia, un libro affascinante, che consiglio a chi vuole conoscere meglio il pensiero dello scrittore cileno.
In un passo del libro, Arpaia propone a Sepulveda la definizione di utopia di Galeano «L’utopia è come l’orizzonte: cammino due passi e si allontana di due passi. Cammino dieci passi e si allontana di dieci passi. L’orizzonte è irraggiungibile. Allora a cosa serve l’utopia?….”
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