Passeggiando per il bellissimo borgo antico di Monopoli o di Bari può capitare di incontrare gruppetti di ragazze e ragazzi coreani e cinesi intenti a gustare un gelato e ad osservare le chiese romaniche e i vicoli di pietra bianca supportati da guide turistiche altamente tecnologiche, ovvero l’ultimo modello di Ipad o Iphone. Ma sono semplici turisti? Quasi certamente si tratta invece di studenti di musica regolarmente iscritti al Conservatorio di Bari o a quello di Monopoli. Una realtà che pochi conoscono.
L’Italia continua infatti ad essere una fucina di artisti e di musicisti ed è considerata e stimata (all’estero, perché da noi la Storia dell’Opera non risulta tra le materie di studio né di scuole medie né dei Licei) come la Patria del Belcanto nonché terra di grandissimi cantanti lirici e culla in cui la tecnica del canto lirico è nata e si è sviluppata tramandando una tradizione didattica dal 600 sino a tutto il 900.
Una ricchezza trasmessa da maestro ad allievo oralmente e “sperimentalmente” attraverso preziose lezioni di Belcanto. Un sapere di pochi e per pochi custodito nei trattati di canto italiani ma soprattutto nella tradizione dell’insegnamento nei Conservatori di Musica. Perché, a differenza di altre materie, il Belcanto non si può studiare solo sui libri. Nessun libro può trasformare un talento in un vero cantante lirico. Serve il Maestro, anzi, il bravo Maestro: quello che conosce la tradizione e le tecniche (più di una invero), per averle sperimentate e provate su di sé prima che su suoi allievi.
Così da circa 10 anni registriamo in tutti i Conservatori italiani questo fenomeno sempre crescente di studenti stranieri che si iscrivono ai corsi di Canto facendo registrare un favorevole aumento delle iscrizioni. Mentre in un primo momento il fenomeno era limitato ai conservatori del nord come Milano e Parma, ora si è esteso a tutta l’Italia, così al Conservatorio di Bari risultano iscritti ai Corsi di Canto Lirico ben 15 studenti provenienti dalla Cina! Mentre al Conservatorio di Monopoli ci sono quattro studenti cinesi, due coreane, una tedesca, una russa, una slovena e una spagnola!
Tutti residenti in Puglia per due o tre anni, dipende dal corso scelto, per studiare Vivaldi, Donizetti, Verdi, Bellini, Rossini, Puccini, Mascagni e anche i nostri compositori pugliesi come Piccinni, e Mercadante. L’Opera Italiana, immenso patrimonio dell’umanità, ancora viva dopo secoli e ancora così affascinante per i giovani italiani e stranieri. Tutti uniti nel fare musica insieme, nel cantare a più voci le stesse emozioni.
E sebbene le 4 lingue più parlate al mondo siano il cinese, lo spagnolo, l’inglese e l’arabo, l’italiano è tra le lingue più amate proprio anche in quanto lingua dell’opera lirica. E che dire del dialetto napoletano conosciuto e cantato in tutto il mondo grazie al repertorio della canzone napoletana?
Ogni studente cinese e coreano sogna di cantare in concerto una canzone napoletana come O sole mio o Reginella. Il cuore batte allo stesso modo in Cina e in Corea cosi come sul mare di Posillipo e di Monopoli, grazie alla musica.